/ Barcelona attack. I was there. This is what I felt

Everyone knows about Barcelona attack but I was there, scared and alone. This is my story (Italian version only, sorry).
Urla strazianti tutto intorno e la paura che ti blocca le gambe ma ti fa correre ad una velocità che mai avresti pensato. Quello che ho provato ieri non lo dimenticherò facilmente. Era un pomeriggio come tanti a Barcellona, una città che per me è una seconda casa. Sono passata mille volte per queste strade, ho attraversato La Ramba altrettante volte come ieri. Mai avrei pensato di essere travolta da tanto terrore. Sarebbero bastati pochi minuti. Non di più. Carrer de Bonsuccés è una laterale de La Rambla e tutta la gente cercava una via di fuga. Mi hanno travolta alle spalle e ho iniziato a correre. Mi sono infilata nella libreria La Central e hanno subito chiuso le serrande. Eravamo in venti. Spaventati e confusi. All'inizio non capivamo cosa stesse succedendo,poi le notizie sono arrivate tramite twitter e i social. Una ragazza piangeva perché non trovava i genitori, tutti erano al cellulare. Fortunatamente sono riuscita a contattare la mia famiglia in Italia per rassicurarli. Una situazione surreale. Siamo rimasti chiusi dentro senza notizie dalla polizia, senza sapere cosa fare. Dopo due ore, da una piccola finestra, abbiamo visto la polizia presidiare la strada. Abbiamo chiesto se potevamo uscire e il poliziotto ci ha spiegato che la città era blindata e che solo verso il Macba, il museo di storia dell’arte contemporanea, era sicuro. Abbiamo deciso di uscire in quella direzione ma dopo nemmeno cinque minuti le persone hanno ricominciato a correre ed urlare e sono entrata in un hotel. Avevo il cellulare completamente scarico. Il personale dell’hotel mi ha prestato un carica batterie e sono riuscita a ricaricare e a scrivere a mia sorella Giorgia, che vive qui da quattro anni, e fortunatamente era sana e salva a casa.
Quando la situazione sembrava più tranquilla sono uscita dall'edificio per andare da lei. Non ne potevo più di stare rinchiusa, stremata e da sola. La situazione per le strade era assurda. Barcellona è una città sempre viva, piena di gente e ieri c'era un silenzio pesante ovunque. Mi sono incamminata verso Plaça Catalunya e vedevo solo gente confusa che non sapeva dove andare, le luci blu della polizia illuminavano le strade deserte bloccate dai cordoni gialli che limitavano il passaggio. Mia sorella abita vicino alla cattedrale di Santa Maria del Mar e non sapevo come raggiungerla. Ho camminato per un'altra ora stanca e senza sapere quando l'avrei finalmente rivista. Per fortuna conosco bene la città perché internet andava e veniva. Ci siamo trovate nella Via Laietana e sono riuscita finalmente a respirare. Abbiamo cenato insieme e poi ho preso la bici e sono tornata a casa(io abito nel quartiere El Guinardó a circa 3km da La Rambla). Nonostante fossi molto stanca volevo solo staccare da tutto l'orrore di quella giornata ascoltando della musica e pedalando veloce, via dal centro.
Arrivata a casa ho provato a dormire ma non ce l'ho fatta. Il ricordo delle urla e la pesantezza della giornata mi hanno accompagnata fino a stamattina. Solo oggi sto realizzando cos'è successo ed è orribile. Stamattina però non potevo mancare alla manifestazione a Plaça Catalunya in commemorazione delle vittime. Ho preso la bici e sono scesa in centro. Barcellona era la stessa di sempre, energica e viva. La piazza era gremita di persone che urlavano insieme "No tinc por!" che in catalano vuol dire "Io non ho paura". Non ho mai visto tanta gente insieme per manifestare la voglia di vivere e di resistere. È stato emozionante, se ci penso ho ancora la pelle d'oca. Tutti insieme siamo scesi lungo La Rambla, in quei luoghi del terrore, uniti per dire no al terrorismo, no a questa politica del terrore. Noi siamo la generazione che deve affrontare la paura di viaggiare e di scoprire un paese diverso. Ne sono consapevole, gli attentanti succedono. Io però non mi fermo. Anche dopo ieri non avrò mai paura di prendere un aereo e uscire dal Veneto, dall'Italia. A settembre sarò negli Stati Uniti. Il mondo ha tanto da offrire. Non dobbiamo essere spaventati. La paura è il loro gioco e io non ho intenzione di partecipare.
Barcellona oggi ha iniziato a vivere di nuovo e così dobbiamo fare anche noi.
Marika Zorzi (published on Corriere del Veneto 19.8.2017)